Quanto ci costerà la risalita dei contagi?

Con la risalita dei contagi la discussione pubblica si divide tra quelli cheun altro Lockdown non ce lo possiamo permettere” e quelli che “la salute viene prima di tutto” in una contrapposizione costruita sul presupposto errato che si debba scegliere necessariamente tra mettere a repentaglio la salute dei cittadini e uccidere definitivamente il tessuto del paese che si presentava già fragile all’arrivo della Pandemia.

Ultima in ordine di tempo la diatriba sulle scuole, caso particolare della più ampia narrazione su “è tutta colpa dei giovani” che testimonia in modo abbastanza triste, se ancora ci fosse bisogno di conferme in tal senso, che l’istruzione e il futuro dei giovani sono in fondo alla scala di priorità di un paese immobile con lo sguardo ostinatamente rivolto al passato.

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Per quanto la contrapposizione manichea tra salute e finanza si presti molto bene a polemiche e rumore mediatico la realtà come quasi sempre avviene è più complicata:

  1. la diffusione della malattia causa rilevanti danni al sistema economico a prescindere dalle misure di contenimento adottate, come testimoniato dalla Esperienza Svedese: quando il numero dei contagi sale gli individui tendono spostarsi di meno e a limitare alcune tipologie di consumi (mangiare fuori, viaggiare) in favore di altri (prodotti digitali)
  2. i provvedimenti restrittivi emanati dai governi, quando non si basano su solide analisi tecniche, hanno la possibilità di aggravare la situazione come testimoniato dai numerosi provvedimenti messi in pratica dal governo conte, per i quali il contributo alla limitazione dei contagi appare alquanto controverso
  3. gli interventi a sostegno di famiglie e imprese, quando non sono improntati a una logica di proporzionalità rispetto ai danni subiti e, soprattutto, quando si protraggono ingiustificatamente oltre la fase più acuta della crisi rischiano di rallentare il processo di cambiamento del sistema economico necessario per tornare a crescere e aumentare i costi a carico della collettività

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Quale potrebbe essere allora una risposta ragionevole alla ripresa dei contagi? Come dovremmo comportarci tutti e cosa dovremmo chiedere a chi ci governa?

Qualsiasi tentativo di adottare una condotta razionale per reagire in modo lucido ed efficace alle criticità che ci troviamo di fronte non può che partire da un tentativo di quantificare costi e benefici di ciascuna alternativa:

  1. Ad oggi il danno derivante dalla chiusura delle scuole, dalle aperture parziali e dalla didattica a distanza svolta in modo inadeguato cositutisce un elemento tra i più difficili da misurare con precisione, anche se esiste un vasto consenso sul fatto che l’impatto sul capitale umano possa essere considerevole, ingiustamente concentrato sugli studenti appartenenti alle classi sociali più deboli e recuperabile in tempi non brevi
  2. E’ evidente a tutti che non possiamo rintanarci in casa per sempre: astenersi dal lavoro o lavorare a regime ridotto ha un costo che grava su categorie specifiche di cittadini e imprese ed è pertanto necessario basare le decisioni a questo proposito su indicatori obiettivi della gravità della situazione sanitaria
  3. Compito delle autorità dovrebbe essere quello di monitorare in modo continuativo ed approfondito la situazione, predisponendo tutte le strutture necessarie per reagire in modo tempestivo, offrire supporto temporaneo a chi subisce gli oneri maggiori legati alla crisi realizzando al contempo gli investimenti necessari per agevolare la transizione verso la nuova struttura sociale che si affermerà dopo la pandemia

Sappiamo che diversi vaccini sono in fase avanzata di sperimentazione, che una adeguata combinazione di distanziamento, utilizzo di dispositivi di protezione e frequente igienizzazione, consente di limitare drasticamente la diffusione del virus, dunque tutto quello che dobbiamo fare è continuare a seguire le norme di sicurezza, senza farci prendere dal panico o abbandonarci a paure irrazionali. Questo implica prepararsi alla possibilità che l’aggravarsi della situazione sanitaria possa rendere necessarie nuove misure di limitazione alla circolazione.

Per quanto riguarda le autorità è fondamentale che tutte la ratio di tutte le decisioni venga condivisa in modo trasparente: se i principali assembramenti si verificano sui mezzi pubblici nelle ore di punta, forse modificare l’orario di chiusura dei negozi non è la misura più opportuna. Ogni scelta che comporti limitazioni alla libertà individuale e potenziale sacrificio economico per le categorie interessate deve essere necessariamente supportata da analisi obiettive che consentano a tutti di valutare in quale misura i benefici attesi saranno superiori ai costi sostenuti.

In ultima analisi, il costo della risalita dei contagi dipende in larga misura dalla capacità dei cittadini di agire in modo razionale e da quanto le autorità riusciranno ad evitare misure controproducenti motivate tipicamente dalla necessità di mantenere il consenso trasmettendo la sensazione di agire e di offrire protezione ai cittadini.

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Pubblicato da Massimo Famularo

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